Una volta decisa la struttura del giardino attraverso il progetto, è giunto il momento di scegliere le piante. È il momento più entusiasmante, perché attraverso le piante possiamo dare al giardino colori, trasparenze, volumi, profumi… sensazioni ed emozioni.
Forme, strutture, aromi devono dare una fisionomia al giardino tutto l’anno, le composizioni e le associazioni vanno studiate seguendo un senso estetico che dia una buona armonia al giardino. Quello che conta è il modo in cui forme, particolari o gruppi di piante sono accostati tra loro per creare piacevoli effetti o per servire ad uno scopo ben preciso. Tuttavia le piante vanno scelte anche in funzione delle condizioni pedo-ambienrtali, se non si tengono in considerazione elementi importanti quali clima, terreno ed esposizione si rischia di avere una pianta che crescerà stentatamente, soggetta a stress fitopatologici o idrici o che nella peggiore delle ipotesi muoia, quindi, per evitare di buttare tempo e denaro è importante concentrarsi sulla scelta giusta.
Possiamo dividere le piante in macrocategorie, in ordine di grandezza: alberi, rampicanti, arbusti, cespugli, graminacee, erbacee perenni e annuali, bulbi.
Disposizione a strati. Ricalca quanto succede in natura, guardando un bosco, ad esempio, si può osservare la crescita della vegetazione su diversi livelli: gli alberi rappresentano il livello più alto, al livello intermedio si troveranno gli arbusti e al livello più basso piante più piccole. Nel bosco le piante crescono spontaneamente e le tipologie variano da zona a zona, a seconda del clima e del tipo di terreno. Ovviamente in un bosco le piante crescono disordinatamente, effetto che non desideriamo in giardino ma il principio degli strati è corretto ed è da seguire.
Le alberature rappresentano l’”ossatura” del giardino, quando mettiamo a dimora è importante sceglierle e posizionarle guardando al loro sviluppo futuro, spesso non si considera che la pianta nel tempo cresce, e allora capita, soprattutto nei piccoli giardini, che gli alberi occupando eccessivamente lo spazio, con problemi di eccessivo ombreggiamento, caduta foglie e prosciugamento di tutti i nutrimenti del terreno. In caso di piccoli spazi, piccoli giardini o cortili, non necessariamente si deve rinunciare ad un albero, lo si può scegliere tra quelli che hanno uno sviluppo ridotto e con foglie piccole, collocandolo in un punto adatto.
Il secondo strato al di sotto degli alberi è formato da arbusti e cespugli, che forniscono schermatura, riparo e un morbido strato. Possono essere anche piante sempreverdi, inserite a seconda dello spazio a disposizione. Le piante da sottofondo possono avere linee morbide, profili dritti o forme architettoniche, a seconda se si voglia addolcire o nascondere un confine, o se si voglia attirare su di sé l’attenzione verso l’angolo in cui è collocata.
Anche la grandezza delle foglie è altrettanto importante: le foglie larghe e palmate ad esempio, tendono, se poste a ridosso di un muro o di una recinzione, a ravvicinare lo spazio rendendo il giardino più piccolo. Il fogliame delicato e leggero invece, spezza la luce, è piacevole alla vista e allontana il confine. Per questo motivo nei piccoli giardini sono da preferire rampicanti dalle foglie sottili oppure bambù, grandi erbacee o arbusti dal fogliame delicato.
Lo stato più basso è il più decorativo ed costituito da piccoli cespugli che si possono mescolare ad erbacee perenni. È preferibile impostare lo spazio con gruppi di piante anziché a piante singole, questo per dare un po’ più di ordine alla composizione. Infine si trovano le tappezzanti che tendono a formare un tappeto alla base della composizione. In questo strato possiamo dare pennellate di colore, come rimanere sulla tonalità.
In linea di massima la parte posteriore della bordura dovrà essere più alta e quella anteriore più bassa, con le piante più interessanti collocate nelle zone intermedie.